La Sardegna in autunno è tutt’altro che una destinazione atipica. Se da una parte siamo abituati a vedere questa regione solo come una destinazione perfetta per le vacanze estive, dall’altra scoprire la sua bellezza ed il suo fascino in questo post estate è una parte di viaggio che vi auguriamo di provare almeno una volta nella vita. Ma questo spazio, ormai lo sapete, ha una posizione privilegiata per i borghi, ed anche per l’autunno in Sardegna possiamo andare alle scoperta di questi piccoli gioielli del nostro paese. Dove vi portiamo oggi, quindi? Andiamo nella Barbagia, una regione montuosa e selvaggia situata nel cuore della grande isola, e precisamente ad Orgosolo, borgo dalla storia curiosa e avvincente…
Alla scoperta di Orgosolo e dei suoi 400 Murales
Situato nel cuore più selvaggio e affascinante della Barbagia, Orgosolo non è un semplice agglomerato di case: è un manifesto vivente, un racconto collettivo che prende forma sui muri e accompagna ogni passo del visitatore. Passeggiare per le sue strade significa entrare in un museo a cielo aperto, un intreccio di immagini, frasi e colori che raccontano la fierezza del popolo sardo e la sua storia. L’aria frizzante di montagna, il silenzio interrotto solo dal suono di un campanaccio in lontananza, il profumo di legna e mirto: tutto contribuisce a creare un’esperienza sensoriale unica. Non è un borgo da visitare di fretta: Orgosolo richiede tempo, attenzione e disponibilità a lasciarsi sorprendere.
Un percorso emozionante tra 400 opere
I primi murales apparvero negli anni ’60, quando un collettivo anarchico decise di esprimere attraverso l’arte il dissenso e le difficoltà di una comunità che lottava per il proprio futuro. Da allora, le pareti di Orgosolo si sono trasformate in una tela collettiva, raccontando battaglie, rivoluzioni, speranze. Le opere sono diventate via via più numerose e diversificate, fino ad arrivare alle oltre 400 di oggi. Ci sono murales che parlano di Che Guevara e della Resistenza, altri che raccontano il dramma dell’emigrazione, altri ancora che celebrano le donne e la loro forza. Camminando per il borgo, si percepisce un dialogo continuo tra passato e presente, tra locale e globale, in cui le lotte di una piccola comunità si intrecciano con i grandi eventi della storia mondiale. È questo che rende Orgosolo un luogo vivo, mai cristallizzato, in continua evoluzione.
Non esiste un itinerario ben preciso per visitare Orgosolo. Il segreto? perdersi nei vicoletti di questo borgo. Strada dopo strada, ogni angolo riserva una sorpresa. Ci sono murales monumentali che occupano intere facciate e piccole frasi poetiche scritte su un muro nascosto, quasi un segreto lasciato lì per chi ha voglia di cercarlo. Alcuni raccontano scene di vita pastorale, altri hanno uno stile più contemporaneo e grafico. In certi momenti, la sensazione è quella di essere entrati in un dialogo visivo, dove le immagini ti osservano mentre tu le osservi. Fermarsi a fotografare ogni murale diventa quasi un rituale, e alla fine della giornata ci si rende conto di avere tra le mani una collezione di ricordi unici, un piccolo diario visivo di uno splendido viaggio.
Natura selvaggia a pochi passi
Ma Orgosolo non è solo arte: è anche natura pura e incontaminata. A pochi chilometri dal borgo si trovano le celebri Gole di Gorroppu, un canyon maestoso con pareti che sfiorano i 400 metri di altezza. Raggiungerle significa immergersi in un paesaggio spettacolare, fatto di rocce bianche e sentieri che si snodano tra le lecci e il profumo di macchia mediterranea. È un’escursione che ripaga con viste indimenticabili e con quel silenzio profondo che solo la montagna sa regalare. Ideale per gli amanti del trekking, ma anche per chi desidera solo una passeggiata immersa nella natura, Gorroppu completa l’esperienza orgolese e offre un perfetto equilibrio tra arte e avventura.
Sapori autentici della Barbagia ad Orgosolo
Un viaggio a Orgosolo non può prescindere da un assaggio della sua cucina. Qui la tradizione gastronomica è un rito che si tramanda di generazione in generazione. Dopo una passeggiata tra i murales, fermarsi in un agriturismo per assaggiare il porceddu allo spiedo, i culurgiones fatti a mano, il pane carasau croccante e le seadas col miele diventa parte integrante dell’esperienza. Ogni piatto racconta la storia di questa terra, fatta di pastori, di sapori schietti e di ingredienti semplici ma autentici. È il momento in cui il viaggio si trasforma in convivialità, con i gestori che raccontano storie, aneddoti e leggende del borgo.