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Nel cuore della Barbagia Sarda c’è un Borgo avvolto nel mistero che merita di essere visitato

Nel cuore della Barbagia Sarda c’è un Borgo avvolto nel mistero che merita di essere visitato
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Quindici abitanti appena, un borgo medievale e una leggenda che lo ha reso immortale: questo è il borgo giusto per chi desidera fare una vacanza digital detox!


Ci sono luoghi della nostra bella Italia che non seguono le regole del tempo ma restano fermi mentre tutto intorno scorre veloce. E oggi vogliamo portarvi alla scoperta proprio di uno di questi luoghi. Si tratta di una meta di grande fascino, che racchiude in sé dei veri tesori e che, una volta scoperta, vi farà innamorare ancora di più della Sardegna e delle sue piccole perle nascoste tra i paesaggi caratteristici di questa isola dai tratti indimenticabili.

Si tratta di un minuscolo borgo medievale nel cuore della Barbagia sarda, a pochissimi chilometri da Nuoro. Un centro abitato da 15 persona appena con case in pietra che raccontano secoli di storia e leggende che ancora oggi avvolgono le sue silenzione stradine nel mistero. Stiamo descrivendo Lollove, l’ultimo villaggio medievale sopravvissuto in Sardegna e che, grazie al suo fascino, poco tempo fa è entrato a far parte del circuito de I Borghi più Belli d’Italia. Ecco, allora, la storia di questo luogo che sembra resistere, ostinato e al contempo poetico, al passare del tempo…

Lollove, il Borgo della Barbagia Sarda da scoprire questo Autunno

Raccolto e silenzioso, Lollove è situato su un collina che offre una vista mozzafiato sulla valle circostante. Qui la natura è la protagonista indiscussa: regnano boschi di querce secolari, colline e piante selvatiche di ogni tipo. E poi, improvvisamente, appaiono le casette del borgo tutte in pietra, alcune in perfette condizioni altre in rovina. Un luogo in cui pare che il tempo si sia fermato e nel quale perdersi alla sua scoperta!

Secondo gli storici, Lollove risale al periodo giudicale, quando i villaggi della Barbagia vivevano di pastorizia e agricoltura, autosufficienti e isolati. Col tempo la popolazione è diminuita fino ad arrivare a poche decine di abitanti, ma il borgo non è mai stato abbandonato del tutto. Oggi conta appena 15 residenti stabili, che però hanno deciso di trasformare questa fragilità in forza: custodiscono il borgo, lo raccontano ai visitatori, organizzano visite guidate e laboratori che restituiscono autenticità.

La leggenda di Lollove: il borgo che non cresce e non muore

Nessun racconto su Lollove può prescindere dalla sua leggenda più famosa, quella della “Maledizione di Lollove”. La storia narra che, secoli fa, un convento ospitava delle monache che si lasciarono coinvolgere in comportamenti ritenuti scandalosi. Per questo furono scomunicate e cacciate, e prima di andarsene lanciarono un maledizione che ancora oggi riecheggia:“Lollove, sarai come l’acqua del mare: non crescerai e non morirai mai.”. Ed è proprio così che sembra essere andata. Il borgo non si è mai evoluto, non ha mai conosciuto sviluppo urbano né un vero abbandono. È rimasto sospeso, immobile ma vivo, come imprigionato tra passato e presente. La maledizione, diventata parte della sua identità, contribuisce a quell’alone di mistero che i visitatori percepiscono non appena ci mettono piede. Probabilmente, fu questa particolare leggenda ad ispirare anche il premio Nobel Grazia Deledda, per l’ambientazione e la trama di uno dei suoi più celebri romanzi “La Madre”, che ribadiva l’aura peccaminosa e oscura del borgo.

Lollove è un borgo più vivo che mai!

Lollove è un borgo profondamente legato alle sue tradizioni religiose. Le feste in onore di Santa Maria Maddalena (chiesa meravigliosa e che merita di essere visitata), patrona del paese, di San Biagio, protettore della gola, e di Sant’Eufemia, sono momenti di grande devozione e partecipazione popolare. Durante queste celebrazioni, gli abitanti di Lollove indossano abiti tradizionali, sfilano per le vie del paese e partecipano a riti antichi. Nel 2008, grazie alla lungimiranza di un giovane abitante del borgo, intraprendente e innamorato del proprio paese, è stata aperta la Locanda “Lollovers” tappa obbligatoria se volete dormire qui, gustare piatti della tradizione e prodotti locali, partecipare a laboratori gastronomici e vivere esperienze perfette per staccare la spina…e internet!