Chi possiede un immobile e desidera metterlo in affitto deve partire con il piede giusto, e il primo passo riguarda la raccolta e l’organizzazione dei documenti. È una fase spesso sottovalutata, ma fondamentale per evitare rallentamenti o complicazioni. Servono innanzitutto i documenti anagrafici del locatore, come carta d’identità e codice fiscale, ma anche tutta la documentazione tecnica e legale dell’immobile. Parliamo dell’attestato di prestazione energetica (APE), della visura catastale e della planimetria catastale, strumenti indispensabili per descrivere ufficialmente l’abitazione. A questi si aggiunge il certificato di agibilità, che ne garantisce l’idoneità all’uso abitativo, e l’atto di provenienza, che attesta la legittima proprietà dell’immobile. Nel caso in cui l’appartamento si trovi in un condominio, è bene tenere a portata di mano anche il regolamento condominiale, che disciplina gli spazi comuni e le eventuali limitazioni per gli affittuari. Avere tutto pronto sin da subito rende più fluido il processo di affitto e protegge legalmente sia chi affitta sia chi prende casa.
Rendere l’immobile pronto ad accogliere

Ottenuti tutti i documenti, ci si può concentrare sullo stato dell’immobile. Un ambiente ben curato non solo aumenta le probabilità di trovare in fretta un inquilino affidabile, ma rappresenta anche una garanzia in termini di sicurezza e igiene. Prima di proporre l’immobile sul mercato, è opportuno accertarsi che impianti e elettrodomestici siano funzionanti e conformi alle normative in vigore. Lo stesso vale per eventuali interventi strutturali o piccole manutenzioni: eliminare guasti, crepe o tracce di umidità permette di valorizzare lo spazio e migliorarne la vivibilità. Occorre inoltre controllare che sull’immobile non gravino ipoteche o pignoramenti, che potrebbero ostacolare la locazione. Infine, l’ordine e la pulizia generale sono elementi essenziali: una casa accogliente e curata comunica affidabilità e rende più semplice instaurare un rapporto di fiducia con l’inquilino.
Contratto di locazione: chiarezza e precisione prima di tutto

La redazione del contratto rappresenta un momento delicato ma decisivo. Questo documento, infatti, regolamenta il rapporto tra le parti e deve essere il più possibile trasparente e dettagliato. Al suo interno vanno indicati gli elementi principali dell’accordo: l’importo del canone mensile, la durata del contratto e le modalità di pagamento. Una buona prassi è specificare anche l’importo e i tempi della caparra, le responsabilità legate alle spese di manutenzione, distinguendo tra ordinaria e straordinaria, e la possibilità di aggiornamento del canone secondo l’indice ISTAT. Sempre più spesso si opta per il regime fiscale della cedolare secca, che consente vantaggi economici e semplificazioni burocratiche. Ogni clausola deve essere pensata per garantire chiarezza e tutelare entrambe le parti, creando così le basi per una locazione serena e duratura.
Verbale di consegna e registrazione ufficiale

Poco prima della consegna dell’immobile, è fondamentale redigere un verbale di consegna, corredato da materiale fotografico che documenti in modo preciso lo stato della casa. Questo passaggio ha una funzione protettiva per il proprietario, ma anche per l’inquilino: consente infatti di registrare lo stato degli arredi, degli impianti e delle finiture, evitando contestazioni al momento della riconsegna. Dopo la firma del contratto, è obbligatorio registrarlo presso l’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni, qualora abbia durata superiore a 30 giorni. Il pagamento dell’imposta di bollo e dell’imposta di registro è generalmente ripartito tra le parti, ma la responsabilità della registrazione ricade interamente sul proprietario. È anche suo compito comunicare l’avvenuta registrazione sia all’inquilino sia all’amministratore di condominio, nei casi in cui l’immobile faccia parte di un edificio condominiale. Questo iter è indispensabile per rendere il contratto pienamente valido e per garantire trasparenza e legalità all’intera operazione.
Affitti brevi: la formula per chi cerca flessibilità

Chi desidera affittare casa per periodi limitati può valutare la strada degli affitti brevi, una tipologia sempre più apprezzata sia dai proprietari sia dai viaggiatori. Regolati dalla legge, questi contratti non richiedono registrazione all’Agenzia delle Entrate se di durata inferiore ai 30 giorni. Tuttavia, prevedono obblighi specifici, come la fornitura di servizi basilari (biancheria, pulizia, connessione Wi-Fi) e una maggiore attenzione all’accoglienza. Il proprietario può scegliere tra regime ordinario e cedolare secca per la tassazione e richiedere una cauzione a copertura di eventuali danni. Anche per gli affitti brevi, è consigliato redigere un inventario dettagliato degli arredi e documentare lo stato dell’appartamento. La selezione dell’inquilino è cruciale, perché la rotazione più frequente degli ospiti comporta un maggiore rischio di usura. Con una gestione attenta e organizzata, questa modalità rappresenta una valida alternativa al classico contratto, mantenendo intatto il valore dell’immobile e offrendo la massima flessibilità.