Ecco Alfa Romeo Milano, il nuovo B-SUV Made in Italy pronto a conquistarci…

Lorenzo Fiorentino
  • Laureando in Lingue, Letteratura e Giornalismo
  • Redattore esperto di auto di lusso
13/04/2024

Nome ufficiale: Alfa Romeo Milano, eppure potrebbe tranquillamente essere ribattezzata come "l'auto della discordia". Il nuovo B-Suv del Biscione ha fatto discutere tutti. Noi ve lo presentiamo...

Ecco Alfa Romeo Milano, il nuovo B-SUV Made in Italy pronto a conquistarci…

Questo B-Suv lo aspettavano tutti, lo bramavano, lo sognavano, e alla fine? Beh, alla fine eccolo qui, Alfa Romeo Milano è stato finalmente presentato in grande stile proprio nella metropoli lombarda in presenza degli “alti ufficiali” Carlos Tavares, amministratore delegato del Gruppo Stellantis, e il sindaco Beppe Sala, nonostante le evidenti avversità alle automobili della sua giunta (che non avevano gradito molto la denominazione di questo nuovo modello). Insomma, ecco la tanto attesa rinnovata – ed elettrificata – proposta del Biscione, una nuova auto made in Italy (più o meno) che ha intenzione di intromettersi nel segmento premium dei macchinoni compatti. Eppure, nonostante la grande attesa palpabile dei giorni scorsi, questa vettura ha fatto discutere soprattutto tra gli alfisti più tradizionalisti, e tanto anche; e ha pure riacceso l’interminabile diatriba tra il Governo e Stellantis. In poche parole, ecco la Milano a quattro ruote…

Alfa Romeo Milano, l’auto della discordia è finalmente qui

Ancora non l’abbiamo vista per strada, e ancora si conosce poco sul suo conto. Eppure, tutti sembrano darle contro. Ma cosa ha fatto di male questa vettura? A quanto pare, è nata; solo questo. O meglio, è nata sotto il tetto di Stellantis, e seguendo l’attuale concezione del Gruppo. Nulla di più, nulla di meno, ma molti hanno preso questo progetto come un vero e proprio affronto alla magica, iconica e immortale tradizione dell’Alfa Romeo; ma forse è bene fare un passo indietro e avanzare con cautela su questo campo minato.

Erano mesi che si parlava di un nuovo modello del Biscione, tant’è che era partito anche il “totonome”, e la dicitura più gettonata all’inizio era quella di Brennero, così da seguire il trend dei valichi di montagna cominciato con la Stelvio e poi continuato con la Tonale. Ecco Stelvio e Tonale, fin da subito, poi, si è capito che questa vettura avrebbe avuto delle ruote alte, ma delle dimensioni compatte (tipo la Jeep Avenger per intenderci). Ok, fin qui nulla di troppo strano; semplicemente un disegno che segue con attenzione le tendenze del mercato automobilistico attuale. E di certo nessuno può lamentarsi di tale ambizione commerciale, anzi.

In molti, poi, ponevano tante speranze sulla Milano. L’auto della ripartenza dopo un periodo di stop per il brand di Arese che, dopo il secondo Suv della sua storia, vale a dire proprio Tonale, aveva esploso qualche botto super luminoso ed esclusivo come l’edizione limitata della nuova 33 Stradale, una supercar prodotta, per l’appunto, in sole trentatré unità. E poi? Ecco, e poi Milano. E i problemi sono cominciati nelle ore che hanno anticipato la presentazione in anteprima.

Nei social, infatti, alcuni leaks del modello avevano già cominciato a circolare, chissà come, e i nasi degli appassionati della storica azienda italiana avevano cominciato a storcersi. In molti hanno bocciato il design, alcuni hanno definito questo B-Suv come una “Peugeot 2008 ricarrozzata“, altri hanno bocciato la decisione di produrre il modello in Polonia e non in Italia, mentre altri ancora (come il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso) hanno criticato aspramente il nome. A quest’ultimo ha risposto Tavares scatenando l’ennesimo round dell’infinito braccio di ferro tra il governo, e buona parte della classe politica italiana, e Stellantis.

Analizziamo le critiche. Si tratta veramente di una “2008 ricarrozzata”? Beh, a dire il vero il concetto è quello, certamente molto estremizzato ed enfatizzato, ma è quello. Eppure, non ci si poteva aspettare altro. Il progetto di Stellantis in fin dei conti è molto chiaro: riuscire a utilizzare poche piattaforme (in questo caso si tratta della nativa della 208, il segmento B del leone francese) per vari modelli, adottando stili leggermente diversi per rispettare, seppure a grandi linee, la storia e la tradizione dei diversi brand che trovano riparo sotto il tetto del Gruppo industriale nato nel 2021.

Inoltre, ci troviamo di fronte a un modello di segmento premium. Un mondo in cui Stellantis, messa da parte Maserati, che proprio si sposa male con il concetto di B-Suv, da tempo aveva intenzione di attaccare; ecco, e questo attacco o si poteva fare solamente con il Biscione (e lo si potrà fare forse tra qualche anno con Lancia). Quindi, anche a livello imprenditoriale e di business, il progetto pare poco criticabile. Certo, non è la classica Alfa; non è la Giulia, e non è il modello che rispecchia appieno i gusti degli alfisti. Ma è un progetto attuale, piaccia o non piaccia

 

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Il battibecco sul suo nome, poi, lascia il tempo che trova. Quella del ministro Urso non è altro che una provocazione ai piani alti di Stellantis: “Un’auto con il nome Milano si deve produrre in Italia, altrimenti si dà un’indicazione fallace che non è consentita dalla legge Italiana“, le parole del politico; alle quali hanno fatto seguito quelle di Tavares: “Se l’avessimo costruita in Italia avremmo dovuta farla pagare 10 mila euro in più“. E in tutta questa caciara forse la cosa migliore da fare è concentrarci solo sull’auto…

In tutta questa confusine non rimane che lei, l’auto

Alfa Romeo Milano frontale

Per quanto riguarda il design, la vettura è sicuramente caratterizzata dal suo frontale, e dal leggendario scudetto (in questo caso ridisegnati) presente al posto della mascherina, forse la firma più famosa e riconoscibile nel mondo dell’auto. Le dimensioni compatte, poi, si sposano bene in questo matrimonio di contrasti, con la muscolatura accentuata della carrozzeria della Milano; inoltre, lo sguardo deciso del frontale è contraddistinto dalla fanaleria 3+3 e dai gruppi ottici Full Led Matrix adattivi.

Negli interni vige la tradizione Ada Romeo, perlomeno quella delle ultime generazioni, anche se in questo caso cambia la tecnologia, o perlomeno cambia in modo visivo. Infatti adesso troviamo uno schermo TFT da 10,25 pollici totalmente digitale da cui accedere alle informazioni sulla vettura e ai parametri relativi alle tecnologie di guida. Al centro della plancia, in posizione driver oriented, un touchscreen sempre da 10,25 pollici; si tratta di un sistema sviluppato secondo la logica dei widget, e cioè componenti grafici studiati per interagire intuitivamente con tutte le funzionalità e personalizzabili con un semplice drag and drop.

Alfa Milano interni

Al momento sono previste solamente due soluzioni di motorizzazione. Una full electric con batteria da 54 kWh, proposta in due varianti di potenza: 156 CV, e la top di gamma Veloce con 240 CV (410 km di autonomia), e una ibrida con architettura 48v Hybrid VGT (Variable Geometry Turbo) da 136 CV. Infine, la versione di lancio prende il nome di “Milano speciale” e i suoi prezzi partiranno da una base di 29.900 euro per la scelta hybrid e 39.500 euro per quella elettrica.