Kanye West in guerra con le piattaforme Streaming: ecco il piano per il nuovo Album…
L'ultima su Kanye West? Adesso ha deciso di dichiarare guerra alle piattaforme streaming, ecco perché...
Quando lo scorso febbraio Kanye West si è presentato in Italia per il listening party del suo ultimo disco, Vultures 1, tutti stentavano a crederci… Infatti, non sarebbe stata una novità per il rapper americano cambiare idea all’ultimo minuto, visto le sue ultime uscite a dir poco infelici; e poi si sa, quando si parla di Ye, la colpa è (quasi) sempre degli altri, e nel mirino questa volta ci sono finite le piattaforme di streaming.
“Lo streaming svaluta la nostra musica” riferisce il cantante citando James Blake collega britannico, ed è proprio questa l’idea al centro della nuova strategia di marketing per il lancio del nuovo album (Vultures 2), previsto per l’8 marzo e che, sorpresa sorpresa, non è ancora arrivato. Si tratterà di un altro folle progetto, o questa volta Kanye ha centrato il punto?
Kanye West cambia il paradigma della musica moderna, basta con le solite piattaforme, ecco la novità…
Non c’è proprio niente da fare. Kanye West, anche se adesso si fa chiamare Ye, non riesce proprio a stare lontano dai riflettori, ma di quelli dello scandalo, eh. No, questa volta non c’entrano niente i look microscopici della sua dolce metà, Bianca Censori, né tantomeno un post Instagram che tende all’osé o addirittura una delle sue classiche (e assurde) uscite sull’ebraismo e argomenti satellite. Insomma, il classico Kanye questa volta ha deciso di lasciar spazio alla musica, e per come gli stanno andando le cose ultimamente non è poi così tanto scontato.
Dallo scandalo sul battello a Venezia, quello in cui è stato beccato in atteggiamenti a dir poco proibiti (per la situazione) con la Censori, ai suoi outfit assurdi, Tmz poche settimane fa lo ha beccato in giro per le strade di Los Angeles mentre indossava una tuta nera che lo copriva completamente dalla testa ai piedi, e poi ancora, sempre la solita testata statunitense di gossip, a bordo di un pick-up gigantesco mentre indossava due maschere allo stesso momento, quella di Jason in Venerdì 13 e l’altra, sempre in stile horror, di Michael Mayers. Perché? Beh, stiamo pur sempre parlando di Ye, non sembra abbastanza?
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Una grande icona della musica rap a livello globale, forse una delle più grandi; ma la sua stella luminosa, ormai da tempo, troppo tempo, sembra essere messa all’ombra da comportamenti ambigui, da un ego smisurato, da problemi personali e soprattutto da dichiarazioni a dir poco condannevoli, come le diverse uscite antisemite che Kanye ha avuto in questi ultimi mesi (o anni), e gli attacchi a colleghi e personaggi in vista dello showbiz a stelle e strisce, episodi che sembrano essersi amplificati dopo la fine del matrimonio con l’ereditiera e imprenditrice Kim Kardashian. Ma adesso a far discutere è (finalmente) la musica.
In bene? In male? Non sta a noi giudicare, però almeno il nome di Kanye West torna finalmente a essere accostato al settore musicale. Nelle ultime settimane Ye sembra aver avuto con l’Italia un rapporto strettissimo. Un lungo soggiorno nel Belpaese, gli ambigui listening party in cui lui non cantava, ma girava per l’arena (con maschera a coprirgli il volto) ascoltando insieme al pubblico le canzoni del suo ultimo album, con tanto di biglietti dal prezzo stellare, e poi la collaborazione con gli ultras dell’Inter con i loro cori inseriti in Vultures 1, album presente nelle piattaforme streaming, ma forse si tratta solamente dell’ultimo caso per Ye…
Via Ye da Spotify e app affini, la sua musica si ascolterà in un altro modo
Ok, Vultures 1 è solamente l’ultima volta, per il 2 e il 3 si prevede una rivoluzione senza precedenti; e chissà se la strategia di Ye si rivelerà vincente. O, meglio ancora, chissà se la strategia di Ye spingerà anche altri artisti a prendere la stessa via del rapper: fuori dalle classiche piattaforme streaming, considerati da Kanye una sorta di “pirateria” autorizzata dal settore. Ma non è mica il primo artista che decide di uscire dal giro della moderna pubblicazione musicale. Come anticipato in precedenza, infatti, questa sorta di azione radicale è partita oltremanica da un cantante chiamato James Blake, e che lo stesso Kanye cita in alcuni messaggi direct di Instagram diventati pubblici grazie a (o per colpa di) una pagina spagnola dedicata a Ye con una serie di screenshot.
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“Vendiamo gli album su Yeezy.com – scrive lo stesso Kanye West nei direct -. Quando il 5% dei miei follower – continua il cantante – compra un album vorrà dire che ne avremo venduti un milione. Sono 300k (300 mila dollari, ndr) in più rispetto all’album con più successo dello scorso anno”. Dunque il progetto è quello di una sorta di vendita privata. Ma Ye continua: “Vendiamo un milione di pezzi su Yeezy.com nella domenica del Super Bowl quindi sappiamo che è possibile. Cosa ne pensate a proposito di non usare lo streaming ma solamente vendere il disco in formato digitale (?)”, chiede lo stesso rapper.
Dunque il gioco è (o sarà) fatto. Basta streaming, si torna alla vecchia maniera, anche se utilizzando pur sempre il formato digitale. Ma i messaggi resi pubblici di Ye non sono finiti qui.
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E ancora…
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“Stiamo anche pensando di aprire un nostro servizio di abbonamento – scrive Ye al magazine italiano L!T -. Tutto questo – specifica – non è per i soldi, ma cambiare l’industria. Lo possiamo fare se la nostra comunità sarà dalla nostra parte”. Insomma, “it’s about changing the game” sottolinea Kanye, ma lo cambierà veramente?