In un mondo in cui ormai è diventato difficile credere a qualcosa o a qualcuno, sembra ci sia ancora chi ha intenzione di mantenere le promesse fatte. Strano, vero? Già, e diventa ancora più strano quando a interpretare il ruolo dell’onesto di turno, è una macchina. Proprio un’auto, con quattro ruote e un volante. Situazione piuttosto surreale di questi tempi. Eppure, l’Alfa Romeo 33 Stradale è riuscita nell’intento di realizzare quanto dichiarato nel momento della sua presentazione, ormai mesi fa. In questo caso stiamo parlando delle sue prestazioni. Insomma, una supercar italiana come non vedevamo ormai da anni, con un design nuovo ma già intramontabile, e quel Biscione a ricordare una tradizione lunga generazioni, ha dimostrato anche di essere leale. E lo ha fatto sull’asfalto; durante i suoi test dinamici al Nardò Technical Center, la pista circolare per vetture più veloce al mondo…
Scopri la promessa mantenuta da questa supercar made in Italy nel nostro video
Un progetto che mancava da tempo, e che non ha deluso affatto…
Macchine come queste, bisogna essere onesti, e devono esserlo anche chi non vede proprio di buon occhio il Gruppo Stellantis, il colosso italo-francese – che non sta attraversando proprio un bel periodo – guidato dal presidente John Elkann e dall’amministratore delegato (forse ancora per poco) Carlos Tavares. Azienda di cui Alfa Romeo è parte. Insomma, oggi parliamo di onestà, intellettuale e non, in tutte le sue sfaccettature.
La 33 Stradale, che riprende nome e forme dall’omonima fuoriserie presentata dal brand di Arese nel 1967, è arrivata sul panorama automobilistico italiano, ed europeo tutto, come una sorta di alieno. Una serie speciale, in produzione limitata, anzi limitatissima, e con un design old school, eppure allo stesso tempo così innovativo.
L’auto è stata svelata la scorsa estate, alla fine di una stagione in cui già si intravedevano quelle cupissime nubi che si sono poi abbattute sull’intero settore dell’automotive – e soprattutto sul progetto nato dall’unione di FCA (ex Fiat) e PSA (ex Peugeot) – gettandolo in una crisi che non sembra avere fine. Se non una completa disintegrazione del mercato occidentale. E proprio quel 30 agosto, giorno della presentazione ufficiale della 33 Stradale, la nuova Alfa Romeo appariva quasi come un miraggio.
In un momento in cui l’azienda italiana non gode di molta stima, soprattutto nel circolo dei più sfegatati alfisti, a causa di Junior (ex Milano), il nuovo B-Suv della casa. E poi ecco lei. La supercar “nostalgica”, realizzata in soli trentatré esemplari, tutti già venduti al momento della presentazione; quest’ultima organizzata con il claim: “Il coraggio di sognare“.
Con la nuova 33 Stradale abbiamo voluto creare qualcosa che fosse all’altezza del nostro passato, al servizio del Marchio, di cui gli Alfisti potessero essere orgogliosi. Questo risultato poteva essere raggiunto soltanto grazie alla competenza, il rigore e la passione del nostro Team, con il supporto di un gruppo dirigenziale che ha la chiara ambizione di contribuire a scrivere il futuro del marchio, nel totale rispetto della sua storia unica. È la prima “fuoriserie” del Marchio dal 1969, e prometto non sarà l’ultima.
Così aveva dichiarato, a proposito di promesse, l’amministratore delegato del Biscione Jean-Philippe Imparato. Ma in pochi mesi è cambiato molto, tranne una cosa. Nonostante tutte le difficoltà del momento, nonostante l’attuale trend dell’automotive, nonostante la crisi di mercato e di produzione, l’Alfa Romeo 33 Stradale è un’auto di cui potersi fidare; e lo ha dimostrato in pista…
Alfa Romeo 33 Stradale, anzi: 333 Stradale. La promessa è stata mantenuta alla grande!
Così, l’auto è stata portata in Salento (Puglia), al Nardò Technical Center (NTC) – dalle dimensioni di lunghezza -, uno dei centri di collaudo e sperimentazione più avanzati del mondo. Ed è proprio qui che la 33 Stradale, quella del 2024, ha dimostrato di saper mantenere le proprie promesse. Infatti, la squadra di ingegneri Alfa Romeo ha eseguito una serie di test sul “prototipo 00” del modello, per testarne dinamica di guida e prestazioni in condizioni estreme ad altissima velocità.
L’obiettivo di queste prove era quello di esaminare i parametri dinamici del veicolo, quali aerodinamica, velocità massima, temperature massime, sistemi di raffreddamento propulsivi e insonorizzazione dell’abitacolo. Ovviamente, tutta l’attenzione era concentrata sul picco di velocità della fuoriserie di Arese, ed è proprio qui che la macchina ha dimostrato di essere leale.
In questa occasione, infatti, il team ha convalidato l’obiettivo di velocità massima di 333 km/h, e inoltre ha registrato un’accelerazione da zero a cento km/h in meno di 3 secondi. Insomma, un progetto che ruota tutto intorno al numero tre, il numero perfetto per eccellenza. E tutto questo è sicuramente merito del motore V6 biturbo da 3.0 litri – a proposito di tre – da oltre 620 CV, con cambio DCT a 8 velocità, trazione posteriore e differenziale elettronico a slittamento limitato.