Le 6 Auto più brutte di sempre. Resterete sconvolti!

Lorenzo Fiorentino
  • Laureando in Lingue, Letteratura e Giornalismo
  • Redattore esperto di auto di lusso
26/09/2022

Di classe e con un design ricercato, oggi le auto sono alla ricerca costante di linee alternative e alla moda che le renda belle agli occhi di tutti. Ma nella storia dell'automobilismo ci sono stati anche obbrobri stilistici e quattro ruote dall'estetica molto discutibile. Ecco una lista delle 6 Auto più brutte di sempre. Resterete sconvolti!

Le 6 Auto più brutte di sempre. Resterete sconvolti!

Giuste proporzioni, colori accettabili e forme che riscontrano le necessità e le simpatie delle persone; nel mercato moderno le auto cercano (e spesso ci riescono) di presentarsi in questo modo. Designer e ingegneri, infatti, sono alla costante ricerca dello stile più originale e di classe. Parola d’ordine è “gusto”; cercando di piacere alla maggior parte degli automobilisti e allo stesso tempo di non strafare, creando linee gradevoli e che rendano il modello d’auto durevole nel tempo sul mercato.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a una trasformazione radicale anche dei modelli meno abbienti che hanno saputo, chi più e chi meno, modellarsi cercando di rendersi più simpatici a coloro che si affacciano sul mercato per l’acquisto di una vettura. E allora ecco berline dall’estetica raffinata, fuoristrada chic e auto per famiglie dalle linee moderne e misurate. Lo stile va avanti con gli anni cercando di strizzare sempre di più l’occhio alla moda del momento.

Ma non sempre è stato così. Nel passato, e anche nel recentissimo passato, siamo stati testimoni di obbrobri a quattro ruote; macchine sproporzionate, alcune tondeggianti e altre estremamente squadrate e spigolose. Design, forse figli del tempo degli anni ’80/’90 e dei primi 2000, che hanno fatto di tutto pur di non piacere a nessuno (o quasi). Dei veri e propri pugni nell’occhio.

Ma quali sono state le macchine peggiori e le meno preferite dagli automobilisti? Ecco una lista delle 6 Auto più brutte di sempre. Resterete sconvolti!

Le 6 Auto più brutte di sempre

In questa lista sono state inserite auto principalmente di produzione europea e nate sotto il tetto del vecchio continente. Molte (ahinoi) sono italiane, targate Fiat e Alfa Romeo, altre francesi e tedesche. Solamente un’esemplare qui presente proviene da fuori i confini UE; un marchio classico d’oltre oceano che, anche ben prima della crisi, ha avuto molte colpe nella creazione di auto dall’estetica rivedibile. Ecco quali sono le auto più brutte di sempre

Fiat Duna, il rinomato flop estetico torinese

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Un grandissimo successo nell’America del Sud, e in particolare in Brasile, dove la Prêmio (così era nominata in quei Paesi) fu un grande successo di pubblico, riuscendo a far registrare importanti numeri di vendite sul mercato. Nel ’87, con l’importazione del modello in Italia e il conseguente cambio di nome in Duna, le cose cambiano però; e peggiorano radicalmente.

La Dune sin da subito è stata guardata con sospetto della clientela italiana. Giudicata sgraziata e, per farla breve, brutta. Le sue linee, infatti, risultavano anonime e poco piacevoli alla vista. L’auto, che nella foto è presente nella sua versione peggiore “weekend”, riesce a sopravvivere sul suolo nostrano ed europeo solamente per quattro anni. Nel 1991, infatti, il modello venne eliminato nella gamma presente nei listini del marchio torinese. Quattro lunghi e spiacevoli anni per la Fiat e per la Duna, prese di mira dalla satira e dalla maggior parte degli automobilisti; iconico è il calendario della rivista Cuore dedicato proprio a questo modello di auto.

Destino diverso e migliore per la gemella brasiliana e sud americana. La Prêmio, infatti, rimase sul mercato fino 2000; apprezzata e amata da tutti, e ancora oggi, lì, la si ricorda con affetto.

Fiat Multipla, l’auto “blob”

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Un auto brutta, molto brutta, bruttissima, ma che nonostante ciò è riuscita a ritagliarsi un proprio spazio sul mercato delle quattro ruote; nonché un posto al MoMA di New York. La Multipla di casa Fiat debutta sul commercio nel gennaio del 1998. Una vettura particolare, adatta alle famiglie, che nella sua lunghezza contenuta di 3,99 metri riusciva ad accogliere ben 6 postazioni al proprio interno; con una curiosa configurazione 3+3. Le forme tondeggianti e sconclusionate di questo modello ha fatto subito discutere. Fari piccoli e rotondi, e una sorta di interruzione nella parte superiore della carrozzeria che faceva apparire l’auto come se fosse composta da due strati. Un vero e proprio mostro dotato di quattro pneumatici, una sorta di Blob (il Fluido Mortale del film hollywoodiano del 1958) dell’asfalto.

La monovolume per famiglie torinese, nonostante le sue “maleducate” forme (eliminate poi nel 2004), è riuscita a piacere a molti italiani e non; restando in produzione per ben dodici anni, dal 1998 al 2010.

Renault Avantime, la francese futuristica

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Monovolume a tre porte della francese Renault, che in quegli anni (i primi 2000) ha tentato continuamente di proporre auto dal carattere futuristico e innovativo. Nata nel 2oo1, l’Avantime è risultata subito un grandissimo flop del marchio parigino. Una produzione durata solamente due anni e terminata nel 2003, con dei miseri numeri relativi alle vendite che si sono fermate a 8.000, briciole se si parla di un mercato vastissimo come quello automobilistico.

Eccessivamente fuori dalle righe, con le sue forzate ricercatezze stilistiche; non si era mai vista prima di allora un’auto del genere, e mai si rivedrà. L’Avantime proponeva linee e strumenti troppo futuristici e lontani dai gusti e dalle necessità delle persone, come la coda e i suoi caratteristici fari “a fiocco”, e ciò ha decretato il suo scarsissimo successo.

Alfa Romeo Arna, “e sei subito (un brutto) alfista”

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Arna, acronimo di Alfa Romeo Nissan Auto; ebbene sì, perché questa berlinetta di segmento C è figlia di una joint venture tra il marchio del Biscione e l’azienda nipponica. Una delle alfe meno ricordate e amate di sempre, anche tra gli alfisti più rigorosi e sfegatati.

L’Arna nasce nel 1983 e inizia sin da subito a consolidare la propria nomea di “auto brutta”; tant’è che nel corso degli anni è diventata oggetto di scherni, riuscendo anche ad entrare nei testi di alcuni canzoni come ‘La Visione’ del gruppo italiano Elio e Le Storie Tese, “In vacanza sull’Arno, in vacanza sull’Arna, / questa collaborazione fra l’Italia e il Giappone / che ha dato i suoi frutti e io li metto nel forno”. Nel 2008 questo modello di vettura, in un sondaggio condotto da Il Sole 24 Ore, è stata giudicata come “auto più brutta”. Forse la causa del poco appeal sono state le linee poco usuali qui in occidente, fatto sta che l’Arna è stata da sempre vittima delle vessazioni di migliaia di automobilisti.

“Arna, e sei subito Alfista” dichiarava il famoso spot pubblicitario del veicolo, ma questo modello ha fatto appassionare ben poche persone…

Chrysler PT Cruiser, una bruttissima fortuna commerciale

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Stessa storia della Fiat Multipla; anche qui siamo dinanzi a uno strano avvenimento: auto bruttissima ma che è riuscita a sopravvivere, e lo ha fatto anche bene, nella giungla del mercato dei motori. La PT Cruiser è stato il tentativo della Chrysler di riprendere gli stilemi estetici che hanno fatto grandi le autovetture delle classiche americane anni ’30, modelli entrati nella leggenda dell’automobilismo.

Il risultato, però, è un veicolo bislacco, strano, brutto… Le forme strane, bislunghe e squadrate insieme,  e i gruppi ottici a goccia sono gli elementi, gli unici alla fine che compongono il veicolo, che non sono proprio piaciuti ai più. Nonostante questo, però, la PT è riuscita diventare un buon successo commerciale, con oltre 1,3 milioni di esemplari venduti, di cui una quota abbastanza rilevante anche in Europa, e in Italia.

Audi A2, la più brutta auto tedesca

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Un’Audi del gusto discutibilissimo, anche se non orribile (soprattutto per gli anni in cui è nata) come le altre auto presenti nella lista. L’A2 viene immessa nel mercato automobilistico nella primavera del 2000. Una vettura dalle indiscutibili doti di comodità, ampiezza degli interni e prestazioni; ma forgiata su delle linee senza alcun carattere preciso e identitario.

Un modello innocuo che stona nella gamma della tanto fortunata, quanto capace, casa tedesca dai quattro anelli.