Parigi, l’architettura intelligente della smart city del futuro

17/02/2015

Lo studio Vincent Callebaut Architectures punta a trasformare Parigi in una Smart City: una città dove sprechi e consumi sono ridotti ai minimi storici

Parigi, l’architettura intelligente della smart city del futuro

La crescente preoccupazione per il surriscaldamento globale e per le sorti del nostro pianeta ha portato ad una forte presa di coscienza ecologica che ci rende oggi testimoni di tante iniziative di successo riguardo il tema delle Smart Cities. In particolare i più grandi agglomerati urbani del mondo sono chiamati a diventare smart, ottimizzando il consumo delle risorse e producendo e scambiando beni e servizi nella maniera più rispettosa possibile per la salute del pianeta.

Fra tanti lodevoli tentativi spiccano alcune iniziative sorprendenti e senza eguali come quella messa a punto dalla società francese Vincent Callebaut Architectures, che conta di trasformare la città di Parigi in un’oasi ecosostenibile, un vero paradiso di architettura intelligente entro il 2050. In seguito all’approvazione del Piano Energetico per il clima di Parigi, una misura che punta a ridurre del 75% le emissioni di carbonio e gas serra, il progetto Paris Smart City si basa sull’integrazione in città di grattacieli verdi, produttori di energia positiva, in grado di alimentare le aree circostanti. Otto tipologie diverse di torri chiamate a far tornare la natura in città e a far scoprire ai cittadini della metropoli come sia possibile vivere in modo ecologicamente responsabile, anteponendo il rispetto ambientale al progresso fine a se stesso.

Le torri montagna andranno a sovrapporsi agli edifici storici di Rue de Rivoli: il progetto prevede 15 torri verdi, solari ed idrodinamiche che sfrutteranno la vegetazione per funzionare come dei condizionatori naturali, contrastando il fenomeno dell’isola di calore di questa affollata area urbana. Le torri anti-smog, caratterizzate da turbine eoliche assiali, si snoderanno sulle rotaie della vecchia linea ferroviaria Petite Ceinture, creando un corridoio ecologico nello storico distretto parigino. A Montparnasse svetteranno invece le torri-fotosintesi, ricoperte di alghe allo scopo di stimolare il processo fotosintetico e diventare il polmone verde della città, ispirandosi al Central Park di New York. Nel quartiere Massena troveranno posto le 13 torri a nido di bambù, contenenti orti e giardini che si sviluppano in verticale. Vicino alle porte di Parigi, sorgeranno invece le torri ad alveare, dei macrocondomini green con struttura metallica, alimentati da una rete elettrica comune. I grattacieli-fattoria sorgeranno a Porte d’Aubervilliers: con essi le aree rurali tornano in città sotto forma di tre enormi aziende agricole verticali, in grado di rifornire la città di cibi a chilometro zero con l’abbattimento di costi di trasporto e relative emissioni di carbonio. Le torri di mangrovia metteranno radici fra i binari della Gare du Nord, sfruttando l’energia piezoelettrica per alimentarsi. L’ultima torre pensata da Callebaut è di tipo anfibio e porterà alla costruzione di ponti verdi sulla Senna che produrranno energia idroelettrica ed eolica grazie alle turbine integrate nella loro struttura.