C’è un momento, poco prima le Feste natalizie, in cui il desiderio più grande è rallentare. Allontanarsi dal rumore, cambiare aria, concedersi una pausa che abbia il sapore delle cose autentiche. E cosa c’è di meglio di un borgo italiano, raccolto e silenzioso, dove il tempo sembra scorrere a un ritmo diverso? L’Italia, del resto, è un mosaico di piccoli centri capaci di sorprendere in ogni stagione, soprattutto in inverno, quando le luci si fanno più morbide, i colori più intensi e l’atmosfera si riempie di un fascino intimo e avvolgente. Tra colline, tradizioni antiche e buona tavola, esiste un luogo che incarna alla perfezione questa idea di fuga lenta e rilassante.
Questo borgo emiliano è la meta perfetta per l’Inverno 2025
Bertinoro, piccolo gioiello dell’Emilia-Romagna, è una di quelle destinazioni che conquistano senza bisogno di clamore. Adagiato sulle colline dell’Appennino forlivese, nel cuore della Romagna più autentica, il borgo si rivela ideale per un weekend invernale all’insegna della bellezza e della tranquillità. Il suo centro storico, compatto e suggestivo, racconta una storia medievale ancora perfettamente leggibile, mentre tutto intorno si apre un paesaggio dolce, fatto di vigneti, campi e panorami che invitano alla contemplazione. A rendere Bertinoro ancora più speciale è il suo doppio volto: da un lato la dimensione storica, dall’altro una vocazione enogastronomica che lo rende irresistibile per chi ama il buon vivere.
Un borgo romagnolo famoso per la sua Rocca medievale
Tra le attrazioni simbolo di Bertinoro spicca senza dubbio la Rocca, imponente e affascinante, che domina il borgo dall’alto. Le sue origini risalgono al X secolo, ma è nel corso dei secoli che questo edificio ha assunto il ruolo centrale che conserva ancora oggi. Fu dimora dell’imperatore Federico Barbarossa nel 1177 e, a partire dal 1584, sede vescovile, lasciando stratificazioni storiche visibili sia all’esterno che negli ambienti interni. Oggi la Rocca ospita il Centro Residenziale Universitario dell’Alma Mater Studiorum di Bologna e il Museo Interreligioso, uno spazio culturale prezioso che racconta i punti di incontro tra Ebraismo, Cristianesimo e Islam, offrendo una lettura contemporanea e profondamente attuale della storia.
Tutte le cose da fare e da vedere durante il soggiorno
Dopo la visita alla Rocca, il modo migliore per conoscere Bertinoro è perdersi tra le sue stradine. Il centro storico si esplora a piedi, senza fretta, attraversando piazze silenziose e vicoli che si aprono su scorci inattesi. Non a caso Bertinoro è conosciuta come la Città dell’Ospitalità, un titolo che affonda le radici nella tradizione della Colonna dei Dodici Anelli. Risalente al XIII secolo, questo monumento simboleggia l’accoglienza: i forestieri potevano legare il proprio cavallo a uno degli anelli e diventare ospiti della comunità.
Proseguendo, si incontrano Palazzo Ordelaffi e Piazza della Libertà, vero salotto del borgo, da cui lo sguardo si perde su un panorama ampio e rilassante. Accanto al palazzo si erge la Torre Civica, nota anche come Torre dell’Orologio, che un tempo guidava i naviganti lungo la costa romagnola e oggi ospita gli uffici comunali. Poco distante si trova la Cattedrale di Santa Caterina, patrona del borgo: l’interno, con le sue navate scandite da colonne e le opere d’arte custodite, merita una visita attenta. Da non perdere, infine, le passeggiate tematiche che raccontano l’anima di Bertinoro: la Strada dei Mestieri Scomparsi e la Strada della Vendemmia, due percorsi artistici che celebrano le tradizioni locali attraverso dipinti e installazioni.
Il vino, il vero protagonista del Borgo
Bertinoro è una tappa imprescindibile per chi ama il vino, tanto da essere conosciuto come Città del Vino. I vigneti che circondano il borgo disegnano il paesaggio e raccontano una tradizione enologica profondamente radicata nel territorio. Le aziende vitivinicole della zona aprono le loro porte per degustazioni che permettono di scoprire i vini locali, dal celebre Albana alle etichette più ricercate. Il consiglio è concedersi una pausa lenta, magari in una cantina panoramica, abbinando un calice a piatti tipici della cucina romagnola. Perché qui il viaggio passa anche — e soprattutto — dal gusto, tra sapori autentici e una convivialità che scalda più di qualsiasi camino

