In provincia di Crotone, tra mare e montagna, si erge un borgo suggestivo e perfettamente conservato. Arroccato su una rupe, sorge ai piedi della Sila jonica, sulle colline sovrastanti la riva sinistra del Neto.
Una delle più antiche cittadine dell’alto crotonese, che affonda le sue radici già nel VI secolo dopo cristo. La posizione strategica fu scelta dai bizantini per realizzare la prima struttura di controllo e difesa del territorio dai pericoli che potevano giungere sia da terra che dal mare.
C’era una volta il Medioevo
Dominata dal castello medievale, simbolo del potere dei feudatari hanno governato il paese, che troneggia sul borgo con la sua torre cilindrica e il rivellino (un elemento in muratura di fronte alla porta d’accesso, funzionale per la difesa dal fuoco e dai proiettili nemici), il nome deriva dall’epoca medievale e potrebbe attingere al greco Kakouri (o al latino cacumina), nome della vetta su cui sorge il borgo. L’origine greca sarebbe dimostrata dalla presenza, prima dell’arrivo dei Normanni, di tre monasteri basiliani.
Il centro storico tra vie strette e “rughe”
Facciamo una passeggiata nel suo centro storico e gustiamo quanto di meglio ha da offrire questo piccolo gioiello del Medioevo calabrese. Passeggiare tra i vicoli e le stradine del borgo, che si aprono sulle “rughe”, le piazzette su cui si affacciano le porte delle case, e che diventano i punti d’incontro naturali della popolazione nelle piacevoli e tranquille sere d’estate, è un’esperienza da fare per chi ama la storia, la natura e le tradizioni. Dal paese, proprio per la sua posizione elevata, si gode di un panorama che spazia dalle colline disseminate di ulivi fino al mar Jonio e a Crotone, la città capoluogo. Ricco di bellezze nascoste e luogo di cultura letteraria tra i più importanti della regione, Caccuri ci accoglie sulle verdi colline che sovrastano la Valle del Neto.
Il castello, la cappella palatina e la torre
La storia del borgo dal medioevo in poi è caratterizzata dall’alternarsi di importanti famiglie come i Ruffo e i Cavalcanti, che nel XVII secolo fecero del Castello un luogo lussuoso e una elegante residenza. Il castello, con pianta a trapezio, conserva sale magnifiche, arredi e suppellettili di pregio, interventi architettonici importanti.
All’interno, la cappella palatina dedicata a Santa Barbara, che conserva l’aspetto tardo-secentesco con un’aula unica sulla cui arcata spicca lo stemma dei Cavalcanti, il soffitto ligneo originale a cassettoni dipinti, l’altare maggiore, arredi e oggetti sacri originali, e una serie di dipinti della scuola napoletana.
La torre Mastrigli, che deve il nome all’architetto Adolfo, autore di un intervento decisivo a fine XIX secolo, merlata e di foggia medievale, venne realizzata per nascondere un serbatoio d’acqua: dalla corte ai suoi piedi la vista sul paese e sui dintorni è uno spettacolo, come lo è al suo interno il castello, trasformato in alcuni spazi in un residence di charme, che ha mantenuto intatto il fascino dell’epoca.
Gli altri punti di interesse nel borgo
Ai Cavalcanti è legato anche il complesso della badia di Santa Maria del Soccorso, che si raggiunge dopo aver visitato la chiesa di Santa Maria della Grazie (XIV secolo), posta proprio sotto il castello: un edificio danneggiato da due terremoti, caratterizzato dal campanile in pietra alla destra della facciata. Detta anche chiesa della Riforma, Santa Maria del Soccorso, poco fuori Caccuri, è parte dell’antico convento domenicano realizzato con il contributo dei feudatari che, all’interno dell’edificio, ottengono una cappella gentilizia, come nel castello. Già annessa al convento domenicano dei XVI secolo è arricchita da un ambone barocco, il coro del XVIII secolo, altari lignei e statue. La cappella della Congregazione del Santissimo Rosario, in stile barocco, è della fine del XVII secolo.
A Caccuri hanno sede anche tre monasteri basiliani: Santa Maria della Paganella, dell’Abate Marco e di Cabria, e il Santuario di San Rocco, ai margini del centro abitato presso Porta Piccola e l’antica cinta muraria. Da vedere anche la villa comunale, con il suo parco di rocce calcaree ai piedi del castello.
Cosa fare nel borgo, immersi in un’atmosfera d’altri tempi
Tanti i momenti di celebrazione della lunga storia del borgo e delle sue tradizioni. Animano il borgo di Caccuri le feste medievali e folkloristiche che si svolgono in diversi momenti dell’anno. Cuore di cultura letteraria, a Caccuri nel mese di agosto, l’Accademia dei Caccuriani organizza la premiazione dei vincitori dell’importante Premio Letterario, tra gli appuntamenti letterari più attesi della regione.
I piaceri della tavola
Tra i piatti tipici del borgo, a Caccuri possiamo assaggiare alcune specialità del crotonese come la Rosamarina, o sardella crotonese, la crema di pesce spalmabile piccante che si gusta su una fetta di pane casereccio, così come la propongono i fornai del paese, come l’antico Panificio di piazza Umberto I, o come ingrediente per insaporire altre pietanze. Altre gustose specialità gastronomiche sono i mastacciuoli, le pitte ‘mpigliate (tipiche del periodo natalizio), le cuzzupe e i muccellati (tipici invece di quello pasquale) e il pane tipico, ovvero la pitta, oltre ai funghi che sipossono trovare nei boschi circostanti.
I dintorni tra mare e montagna
Da Caccuri, interessanti itinerari si snodano tra i monti del Parco Nazionale della Sila come il percorso della piana del sole o attorno il lago Ampollino, così come, per chi ama invece raggiungere i borghi di mare, sulla costa, tra panorami mozzafiato e un mare incredibilmente azzurro, non mancano punti di sosta interessanti e tipici di questo affascinante tratto della costa calabra, tra i più suggestivi d’Italia.