Moda Uomo sostenibile, 3 marchi eco-friendly che ancora non conosci

Lorenzo Fiorentino
  • Laureando in Lingue, Letteratura e Giornalismo
  • Redattore esperto di auto di lusso
02/02/2023

Moda Uomo sostenibile: le battaglie ambientali si fanno sentire sempre di più, e adesso travolgono il mondo della moda. Ecco i marchi eco-friendly che ancora non conosci...

Moda Uomo sostenibile, 3 marchi eco-friendly che ancora non conosci

I marchi eco-friendly per una moda uomo sostenibile, alla ricerca di un fashion ecologico e ecologista… Ormai si sa, è risaputo; stiamo parlando di quella che è divenuta oramai una “piaga” dei nostri tempi. Tra smog, inquinamento, surriscaldamento globale e altre tragedie naturistiche, il nostro quotidiano e i nostri interessi sono stati completamente rovesciati; e così dalle battaglie sociali siamo passati ad un altro tipo di scontri, sempre con dei buoni e giusti fini (se non fosse per alcuni metodi alquanto discutibili). Insomma, le battaglie ambientali hanno letteralmente travolto questi ultimi anni. L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni ad un tema così caldo e sentito trasversalmente a livello globale. Dall’automobilismo, come già sappiamo bene, all’industria; attraversando anche altri campi che hanno intenzione di passare ad una natura più green ed ecosostenibile. E tra questi troviamo anche (e soprattutto) il settore della moda.

La moda si fa più ecologica, ecco i marchi eco-friendly più green!

E così la moda diventa sempre di più sostenitrice delle cosiddette battaglie ambientali, ne sarà contenta Greta, come ne dovemmo essere grati allo stesso tempo e modo anche noi. Anche perché a differenza degli altri campi, dove intere industre sono costrette a cambiare in modo radicale pur di risultare “amiche della natura“, se così possiamo dire; per quanto riguarda il mondo del fashion, invece, nulla si trasforma e nulla si distrugge, anzi… E stiamo parlando soprattutto dei prodotti he questo settore produttivo ha da offrire a noi persone e clienti.

Gli indumenti chiamati eco-friendly nulla hanno da invidiare a quelli normali che fino a oggi, o qualche tempo fa, hanno contribuito al nostro stile e ai nostri outfit; e in poche parole ci hanno vestito e coperto, insomma. Né di colore né di sensazioni, ma nemmeno di forme e fantasie; solamente i vestiti green assumono, diversamente dai suoi “avi”, una concezione e un’anima anche che si fanno più contemporanee, sociali e soprattutto verdi (nel senso figurato della parola).

 

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Un esempio diretto di questo abbandono al green lo abbiamo visto solamente pochi mesi fa. Ovvero quando Patagonia, la prima azienda nel 1993 ha iniziato a produrre indumenti in pile utilizzando bottiglie di plastica riciclate, attraverso la voce (e l’interessamento) dell’ottantatreenne fondatore e proprietario del brand Yvon Chouinard, ha deciso di devolvere tutte le azioni a due fondi no-profit impegnati nella lotta ambientale. Una scelta radicale che ben fa comprendere le intenzioni della moda contemporanea e di tutto il settore produttivo, ma non è finita di certo qui…

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Infatti, non stiamo parlando solamente di un aiuto monetario ed economico a questa lotta per l’ambiente; ma si tratta di un interessamento vero e proprio. A causare maggiori problemi di inquinamento per quanto riguarda il ‘reparto’ del fashion, risulta essere proprio la stessa produzione degli indumenti. Una produzione forsennata causata dalla cosiddetta moda veloce; o, per dirla meglio “fast fashion”. Si tratta in poche parole di un modello di fabbricazione che prevede la vendita di indumenti a prezzi stracciati e per lo più di bassa qualità, con un impatto molto alto sull’ambiente e i lavoratori del settore.

Un modello, nato a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 e sviluppatosi soprattutto nei primi 2000, non più sostenibile. Questo negli anni è stato infatti causa di notevoli impatti ambientali, legati alle emissioni di gas serra, all’uso di suolo e al consumo di acqua, oltre che all’inquinamento delle falde acquifere e degli oceani. Ma adesso, mossi da questa rinnovata sensibilità, alcune aziende hanno deciso di modificare le proprie metodologie produttive, mentre altre sono nate direttamente con una propensione all’ecologia. Ecco, allora, quali sono i migliori marchi eco-friendly che stanno cercando di invertire la rotta…

Patagonia, il fashion in prima linea per le battaglie ambientali

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Partiamo quindi proprio da Patagonia, forse il brand che più di tutti si ritrova immerso in queste battaglie a favore della natura. Un immersione che non riguarda solamente la produzione e i materiali utilizzati, ma che anzi va oltre; occupandosi anche di aziende e di trattati.

Ma parlando di fattori che interessano direttamente il mondo della moda, scopriamo come il marchio in questione abbia iniziato ad utilizzare “quotidianamente” materiali di natura riciclata e riciclabile anche; come per esempio l’innovativo nylon presente in molti prodotti griffati Patagonia; questo deriva da fibre di scarti post-industriali, filati e scarti di tessiture post-consumo.

Inoltre da alcuni anni Patagonia ha introdotto la cosiddetta “garanzia corazzata”; la quale garantisce ai consumatori di riparare a zero spese gli indumenti danneggiati. Così facendo il marchio cerca di mantenere in vita i capi il più a lungo possibile, riparandoli e riciclandoli; e soprattutto abbattendo il loro impatto negativo sull’ambiente.

Un esempio concreto è proprio questo pullover qui proposto, il mitico Snap-T. Esso, infatti, è realizzato in un caldo e resistente pile di poliestere riciclato di peso medio, con cuciture Fair Trade Certified.

Pangaia, un nome che è già tutto un programma (green)!

Pangaia: “Pan” dal greco antico che significa ‘tutto’; “Gaia” invece è la dea che impersonificava la Terra nella mitologia greca, lo stesso nome che ha dato il nome a diverse teorie sul nostro Pianeta a partire dagli anni Settanta. Insomma già il nome dice tutto di questo marchio (poco conosciuto) in piena lotta per l’ambiente.

E per questa lotta il brand in questione si fa forte dei materiali utilizzati nella produzione dei propri capi d’abbigliamento. Stiamo parlando di materiali tessili innovativi e fibre naturali “biobased” a ridotto impatto ambientale, e prodotti riutilizzando gli scarti alimentari.

Inoltre, al fine di evitare un eccessivo numero di lavaggi (altra causa di inquinamento) dei capi d’abbigliamento, questi prodotti vengono trattati con olio di menta piperita naturale e vegetale con l’obiettivo di neutralizzare e prevenire la crescita dei batteri che causano cattivi odori.

Anche l’Italia tra i marchi eco-friendly. Ecco WAO e le sue scarpe sostenibili!

 

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Ma anche l’Italia si iscrive a questa ricerca ecologica, una ricerca attuata attuata attraverso la moda e lo stile. Ne sa qualcosa WAO, un brand di moda sostenibile e vegan con sede a Venezia che vede nel proprio lavoro un vero e proprio strumento di di promozione che ossa diffondere al meglio l’educazione ambientale nel rispetto del pianeta e delle sue risorse.

Le sneakers prodotte da WAO sono riciclabili per il 97%. I materiali vengono scelti con cura, scegliendo esclusivamente quelli più sostenibili dal punto di vista ambientale, non di origine animale, e riciclabili a fine vita. Inoltre il brand sostiene ben cinque associazioni no-profit, tutte unite nella stessa lotta, donando loro il 4% dei ricavi ottenuti attraverso la vendita tramite il proprio sito web ufficiale.