Oltre il Futurismo: Alberto Bragaglia in Mostra fino al 18 dicembre 2022
"Oltre il Futurismo" di Alberto Bragaglia. Va in scena la Mostra organizzata dell’Associazione Adrenalina a Palazzo Velli Expo di Roma.
E’ stata inaugurata ieri la mostra dedicata a Alberto Bragaglia, uno dei teorici più acuti dell’avanguardia novecentesca, e si protrarrà fino al prossimo 18 dicembre 2022 presso il Palazzo Velli EXPO di piazza Sant’Egidio a Roma.
La mostra – prodotta dell’Associazione Adrenalina con il patrocinio e sostegno della Regione Lazio e il patrocinio dell’ICAS – punta a far scoprire l’unicità di questo artista meno conosciuto forse proprio
perché non completamente asservito alle tematiche di tendenza. Un evento espositivo di spessore internazionale, dunque, in cui emerge la versatilità intellettuale di un artista fuori dal coro e al contempo
profondamente sensibile alla sperimentazione estetica e di pensiero novecentesca.
“Avere la possibilità di decifrare la vita e le opere del Maestro – spiega Ferdinando Colloca – è l’epifania di un vivere per l’arte… con l’arte. Un percorso dove bellezza e spirito diventano segno e azione”.
E aggiunge Silvia Mineo: “Nello spazio il segno è librato dalla sua ritualità formale, il vuoto e la pienezza cedono il posto ad una continuità che permea le composizioni e che ne invade la spazialità, sensibile a quel ritmo plastico-dinamico che ne orchestra gli andamenti, senza però negare mai alle masse il loro ordine estetico”.
La pittura per Alberto Bragaglia era uno strumento di approfondimento della conoscenza tanto quanto la
scrittura, un veicolo transitante l’intuizione cognitiva, carico di implicazioni esoteriche. “La raffinatezza
dello stile, la ricerca della sintesi, la spontaneità del lavoro, la veicolazione del pensiero attraverso anche un semplice foglio di carta disegnato – testimonia Antonio Giuseppe Colloca – e in modo particolare, creare arte senza volerne fare commercio. Tant’è che molte sue opere sono disegnate anche sul retro”.
In Mostra troveremo una quarantina di dipinti oltre a numerosi disegni e cimeli mai esposti prima che sveleranno la sua complessa personalità. Frequentatore degli atelier di via Margutta e di villa Strohl Fern, a stretto contatto con Umberto Boccioni e Giacomo Balla, dipinse e scrisse d’arte nel corso di tutta la sua vita. Autore di opere visionarie come Panplastica e Policromia Spaziale Astratta, elaborò
attraverso la pittura le sue teorie scandendo un ritmo differente dalla “eterna velocità onnipresente” e
dalla “violenza travolgente” del Futurismo marinettiano. Fu proprio questa caratteristica a fargli guadagnare l’appellativo di pictor philosophus.
In vita Alberto condivideva con pochi la sua pittura, considerandola una dimensione di ricerca privata. Motivo per cui la sua prolifica produzione è restata finora prevalentemente confinata nel suo studio ma oggi, grazie al nipote Marco Bragaglia Minghi, figlio di Leonardo Bragaglia, al “figlioccio” artista Ferdinando Colloca e al gallerista storico del Maestro, Antonio Giuseppe Colloca, si apre un nuovo capitolo per la sua riscoperta.