L’Italia è il Paese del Lusso, ora è Ufficiale. Ecco perché…
Prima una suggestione, ora una realtà. Ecco perché possiamo considerare l'Italia il Paese del lusso...
Luxury made in Italy. Non è tanto un fatto di qualità, anche se lo è lo stesso inevitabilmente, quanto di quantità, quello che sancisce oggi, alla fine di questa annata, un titolo importante e definitivo. Quale? Quello che in fin dei conti, in fondo ai nostri cuori di italiani, avevamo ben impresso. Una banalità quasi. Una certezza. Eppure, per molto tempo una semplice suggestione, e poi la concorrenza era, ed è, altissima; tra Francia, Svizzera, USA e via via discorrendo. Ma adesso quella suggestione è diventata una realtà, e non solo per noi, ma per tutti. Insomma, l’Italia è il Paese del lusso. A dirlo sono i dati emersi dalla decima edizione del Global Powers of Luxury Goods, lo studio annuale di Deloitte (azienda di servizi di consulenza e revisione) che esamina i 100 top player del settore fashion & luxury a livello globale. I dati sono relativi al 2022. Ok, il tricolore non appare tra le prime posizioni, ma come abbiamo detto in precedenza: si tratta di un fatto di quantità, e la quantità in questo caso è tanta tanta. Nel mondo, per quanto riguarda il settore del lusso, nessuno come il Bel Paese, ecco i dati…
Primi al mondo, il nostro è il Paese del lusso
Passiamo direttamente la nostra lente d’ingrandimento sul caso italiano. Come mai l’Italia può vantare il titolo di Paese del lusso? Semplice, nella graduatoria emersa dallo studio di Deloitte, tra le prime cento posizioni, ben ventitré sono occupate da aziende italiane; nessun altro Paese è in grado di vantare una tale quantità, e dunque… Il trittico del made in Italy è composto da Prada (18° posto), Moncler (27° posto) e Giorgio Armani Spa (30° posto); a questo punto, proprio riguardo a “Re Giorgio”, bisogna anche ricordare come, dalla classifica dei più ricchi dello Stivale, egli risulti essere terzo, con un patrimonio ultra miliardario pari a 12,9 miliardi di euro, lievitato di 6 miliardi in appena un anno. Comunque sia, questi tre grandi gruppi della moda italiana, secondo le stime riportate dalla rivista Forbes Italia, “rappresentano il 35% delle vendite di beni di lusso realizzate nel 2022 dalle aziende italiane presenti nel ranking”.
“Le imprese del Made in Italy – commenta Giovanni Faccioli, leader global fashion & luxury in uscita -, si confermano un’eccellenza mondiale del lusso. Invariata anche la necessità di reinventarsi: innovazione dei processi, circolarità delle filiere, compliance rispetto alle nuove normative esg e capacità di stare al passo delle grandi trasformazioni tecnologiche in atto saranno cruciali nei prossimi anni”.
Per quanto riguarda lo scenario italiano, poi, Forbes sottolinea che “Golden Goose, Morellato, Moncler, Euroitalia e Brunello Cucinelli rientrano invece tra le aziende a crescita più rapida, rispettivamente al quinto, undicesimo, dodicesimo, quattordicesimo e diciassettesimo posto”, e che “e che le vendite di tutte le società sono aumentate nell’esercizio 2022 e 21 aziende hanno registrato una crescita a due cifre. Su una base composita, il tasso di crescita delle italiane in classifica è stato del 19,4%, un valore di poco inferiore alla media dell’intera top 100”.
A questo proposito, Ida Palombella, nuova global fashion & luxury industry co-leader di Deloitte per l’Italia, ha detto: “Il settore del lusso mondiale sta vivendo un ottimo momento, con un giro d’affari che ha raggiunto picchi di crescita da record nell’anno fiscale 2022. In questo scenario, la parte del leone continuano a farla i grandi gruppi del lusso ma anche le aziende italiane, che per i consumatori rimangono un sinonimo di eccellenza e di creatività uniche al mondo”.
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L’Italia trionfa, ma la Francia non è da meno…
Prima avevamo messo il Paese d’oltralpe, eterno fratello e rivale dell’Italia, tra la concorrenza più agguerrita. E in effetti, i dati del Global Powers of Luxury Goods, dimostrano che la Francia in realtà non ha perso questo faccia a faccia tra bandiere tricolori. Infatti, sottolinea la giornalista di Forbes Italia Roberta Maddalena, “continua a essere il Paese che con solo sette aziende in classifica, di cui quattro in top 10, consegue complessivamente le performance più solide“.
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Le prime due posizioni del ranking Global Powers of Luxury Goods parlano con la R arrotata, così come fanno anche la posizione numero sei e quella numero otto, tanto per rimanere nella top ten. Presenti anche Gruppi industriali statunitensi, britannici, cinesi e svizzeri.
“Nell’anno fiscale 2022 – continua (e conclude) ancora Maddalena -, le vendite delle aziende francesi in classifica rappresentano il 32,3% delle vendite totali della top 100. La dimensione media delle aziende francesi è di 16,0 miliardi di dollari, più di quattro volte la media delle top 100”.