Ecco cosa è diventato oggi il relitto del Mega Yacht di Saddam Hussein… da non credere!

Lorenzo Fiorentino
  • Laureando in Lingue, Letteratura e Giornalismo
  • Redattore esperto di auto di lusso
30/04/2023

La caduta di una dittatura che ha avuto conseguenze anche sulle navi di lusso. Ecco cosa è diventato oggi il relitto del mega yacht di Saddam Hussein...

Ecco cosa è diventato oggi il relitto del Mega Yacht di Saddam Hussein… da non credere!

Storia di potere e di rovina, di lusso e letteralmente di niente. C’era una volta tanto tempo fa, ma nemmeno poi troppo a dire la verità, uno degli uomini più potenti e allo stesso tempo più ricercati del mondo. Questo si trovava al potere del proprio Paese, ovvero l’Iraq; dove nel 1979 (almeno in forma ufficiale) instaurò una delle dittature più controverse dell’intero ‘900. Insomma, stiamo parlando di un uomo e di ciò che ha rappresentato la propria figura per una nazione intera e il resto del mondo, dei suoi momenti d’oro ma anche di quelli più bui (ma luminosi per tanti altri); ma soprattutto, come è ovvio che sia, pariamo anche di motori, anzi di motori di lusso… E senza perderci in tante altre chiacchiere superflue andiamo dritti al punto: ecco, a vent’anni esatti dalla sua caduta, cosa è diventato oggi il relitto del mega yacht di Saddam Hussein. Quando una dittatura cade il lusso diventa rovina…

Lo yacht di Saddam Hussein, da uno dei gioielli più lussuosi del mare a relitto, e ancora da relitto a…

Ed ecco che a fare capolino in uno dei fiumi più importanti dell’intero Iraq, nel sud del Paese, fa capolino un relitto che a vederlo non fa pensare certamente ad un passato fastoso; e invece… Immerso, o per meglio dire sdraiato lungo il corso del fiume Shatt al-Arab nella città di Bassora, quasi colto in un perenne momento di relax, giace al-Mansur. Un nome che ai più potrebbe non dire e non ricordare nulla, ma che in realtà ha rappresentato per molti anni una delle navi più esclusive e senza dubbio meravigliose del mondo della nautica.

Immaginare il passato di un qualcosa di antico e di dimenticato che si palesa di fronte a noi è sempre un ottimo giochino per allenare la nostra immaginazione. E spesso in queste situazioni la verità non viene mai a galla (tanto per rimanere in tema), ma in questo caso ecco che la storia prende il posto della fantasia. In fin dei conti è giusto così; perché quel grande o meglio grandissimo, visto che si parla di addirittura 121 metri di lunghezza, pezzo di ferro arrugginito immerso nell’acqua del fiume iracheno altro non è (o non era) che uno degli yacht di Saddam Hussein.

A dire la verità di navi il fu rais, in arabo “capo”, d’Iraq non ne possedeva solamente uno. Molte erano le forze nautiche private di Saddam, e tutte sono state colte dallo stesso triste destino. D’altronde è come se fosse una regola non scritta delle dittature, del loro percorso e della loro inevitabile caduta; e quindi aspiranti dittatori alla lettura, sperando non ce ne siano affatto, prendete questa “legge” come monito: il lusso come simbolo di potere, e la rovina come immagine della caduta.

E possiamo dire che l’immagine della caduta di Saddam Hussein è più vivida che mai, provate a chiedere al fiume che culla ancora ciò che è rimasto del suo mega yacht, oggi divenuto una meta inusuale per pescatori e luogo ideale per picnic con vista.

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Stiamo parlando, come abbiamo anticipato nelle righe antecedenti, dello yacht al-Mansur; un meraviglioso panfilo di oltre 100 metri realizzato all’inizio degli anni ottanta da un importante cantiere nautico finlandese di nome Wärtsila, e acquistato dal rais iracheno nel 1983 per un valore di 25 milioni di sterline. La suddetta imbarcazione faceva parte della flotta personale (composta in tutto da tre navi) del dittatore utilizzate per affrontare i viaggi presidenziali.

Un’ex meraviglia della nautica oggi lasciata marcire in un fiume. Una situazione certamente suggestiva, soprattutto se si tiene conto di tutta la storia che è nascosta dietro questo relitto. Ma allo stesso tempo anche una realtà che nel tempo ha lasciato interdetti alcuni personaggi di spicco e non della nuova Repubblica d’Iraq.

Zahi Moussa, un capitano di marina che lavora presso il Ministero dei Trasporti iracheno, che interpellato sulla situazione dalla CNN ha dichiarato: “Questo yacht è come un gioiello prezioso, come un capolavoro raro che tieni a casa. Siamo tristi che si trovi in questo stato”. Ma qual è il vero stato attuale di al-Mansur e degli altri yacht di Saddam Hussein?

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Veri gioielli nautici oggi trasformati in punti di ritrovo e in hotel, la curiosa fine di due yacht presidenziali

In poche parole al-Mansur era stato realizzando seguendo passo dopo passo ogni singola richiesta del dittatore iracheno; il quale certamente non voleva farsi mancare nulla. E dunque lusso a volontà tra decorazioni in argento e oro e saloni magnifici. Un pezzo unico della nautica che poteva essere visto e toccato solamente da pochi eletti.

A questo proposito Hussein Sabahi, uno dei pescatori che spesso si ritrova a passare le proprie giornate a bordo del relitto ricorda: “Quando era di proprietà dell’ex-presidente, nessuno poteva avvicinarsi; non riesco a credere che appartenesse a Saddam e che ora qui ci sono io”. La fama e la vita anche, almeno in senso meccanico, di al-Mansur termina con la caduta del rais.

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Infatti, lo yacht per ordine dello stesso Saddam Hussein era stato trasferito dal suo ormeggio personale a a Umm Qasr per essere custodito a Bassora poco prima che le truppe statunitensi invadessero lo stato medio orientale il 20 marzo del 2003. E così il lussuosissimo yacht del rais venne pesantemente bombardato rovesciandosi su un lato e rimanendo adagiato così sulle acque del fiume Shatt al-Arab.

Non ci volle molto, poi, affinché tutti gli interni dello yacht venissero completamente saccheggiati di ogni lusso. E così da allora la barca è divenuta una sorta di singolare e arrugginita isola dove si riuniscono orde di pescatori locali.

Altro destino, invece, è stato riservato per lo Basrah Breeze, un altro yacht di Saddam Hussein abbandonato sempre a Bassora. Questo, infatti, dopo la caduta del presidente è stato “rivalutato” e trasformato in un hotel.